3 gennaio 2018

LA COSTITUZIONE E' GIOVANE

 
 
 
 

BUON SETTANTESIMO!

Io non sono un costituzionalista, ma conosco la Costituzione, l’apprezzo e la festeggio, nel suo 70mo compleanno, che si può festeggiare, grazie agli elettori, con le sue rughe, ma senza che qualcuno gli abbia cambiato i connotati con un intervento di lifting, che l’avrebbe deturpata o resa fintamente più giovane e simile a questa fase storica così decadente, deprimente e povera di futuro e di prospettiva. Rispondere alla crisi della nostra democrazia, ridimensionando la carica utopica, valoriale e di principi, della nostra Costituzione, limitandone l’orizzonte verso una società più giusta, ed informarla a pseudo valori di economia-finanziaria ed efficentismo-produttivistico-amministrativo, ci avrebbe condannato alla lenta ed inesorabile morte civile. Fortunatamente, ancora oggi, la Costituzione rimane la nostra più importante risorsa non solo per difendere la democrazia, i nostri diritti sociali e civili, ma soprattutto per uscire dalla crisi, rimuovere i comportamenti sociali e politici anticostituzionali, ed rigenerarla. Alla crisi di democrazia, non si risponde comprimendola, alla crisi di partecipazione non si risponde ampliando i meccanismi di delega e semplificando il percorso decisionale accentuando la funzione dirigistico-autoritaria. Alla crisi di democrazia e di partecipazione si risponde ampliando, in quantità e qualità, gli spazi di democrazia e di partecipazione, affidati ai cittadini ( si potrebbe approfondire l’argomento, individuando gli strumenti che possono ampliare la quantità e la qualità, della partecipazione democratica, ad esempio i referendum, abrogativi o consultivi, o l’elezione attraverso il voto, anche articolato e differenziato, dei cittadini, utenti, contribuenti di “Governance” ed “Autority” autonome ed indipendenti, che oggi sono di nomina e quindi dipendenti dalla Politica). Poi ci sono, molti art. della Costituzione che hanno bisogno di essere attuati (art. 39 sulla funzione e rappresentanza e democraticità dei Sindacati, nonchè l’art.49 sulla funzione, rappresentanza e democraticità dei Partiti, ed altri...). Poi ci sono temi nuovi dell’attualità, che non erano prevedibili settanta anni fa, ma che, in coerenza con lo spirito della Costituzione, potrebbero essere inseriti opportunamente ( ad esempio, l’immigrazione, l’informazione, alla luce della rivoluzione digitale, una ridefinizione di Bene pubblico, Bene Comune, proprietà privata, ricerca, tecnologia, risorse immateriali, sfruttamento di frequenze, onde magnetiche, fonti energetiche ed intelligenza artificiale). Normando questi nuovi temi che incidono fortemente ed in modo inedito sugli interessi e gli equilibri sociali ed economici del mondo contemporaneo, forse si può pensare di ridare senso alla politica ed alla democrazia di controllare e governare processi, che altrimenti vengono soltanto subiti passivamente, espropriando i cittadini di ogni forma di coodeterminazione della loro condizione individuale e collettiva, nel presente e nel futuro.
Oltre a non essere un Costituzionalista, non sono neanche un esperto di leggi e sistemi elettorali, ma faccio politica attiva da molti anni e ho un’idea molto precisa di come fare una legge elettorale per il nostro paese che risponda alla visione democratica ed istituzionale della Costituzione Italiana. Naturalmente si tratta di una proposta grezza, che dovrebbe necessariamente passare al vaglio degli esperti e studiosi della materia, che dovrebbero dire ciò che potrebbe funzionare, giuridicamente e tecnicamente, da ciò che non potrebbe, a prescindere dalle buone o cattive intenzioni. Perchè mi cimento con una proposta del genere? Perchè sono molto contrariato dal fatto che, sulla legge elettorale, c’è un’ipocrisia trasversale a tutte le forze politiche, compresa la sinistra. Tutti ragionano dal punto di vista degli interessi di parte, intendendo per parte i partiti, si rinfacciano accuse di opportunismo, di trasformismo, ma in realtà non ci si confronta mai su proposte totalmente alternative, e su alcuni punti, al di la’ della retorica, la pensano e la praticano, alla stessa maniera. Per esempio, sulle liste bloccate e nominate dai vertici di partito, c’è una totale omologazione, infatti questa caratteristica oltre ad essere presente in tutte le ipotesi legislative dal Mattarellum al Rosatellum, passando per il Porcellum e l’Italicum, è anche la pratica indifferenziata con cui si esercita la democrazia interna ai partiti stessi. Se osservate con un minimo di attenzione, come si sta procedendo dentro i partiti e le potenziali liste elettorali, alla definizione dei candidati, vi renderete conto di quanto siamo lontani dal principio democratico, dalla trasparenza delle regole, dalle pari opportunità, da una testa un voto, dalla uguaglianza dei cittadini, elettori o militanti. Siamo oltre il ridicolo, e far finta di niente rischia di essere la madre di tutte le ipocrisie. Cosi facendo, non si riportano alle urne i cittadini elettori che sono rimasti a casa, e che sono come sappiamo circa il 50% dell’elettorato, ma la tendenza all’astensionismo , potrebbe persino aumentare ulteriormente.
La mia proposta di legge elettorale è la seguente:
Sistema Proporzionale puro (metodo D’Hondt )
Formazione di collegi proporzionali omogenei per numero di elettori
Una diversa composizione dei collegi fra Camera e Senato, più grandi (regionali) per il Senato, anche in ragione di un diverso numero di seggi e di una diversa eta’ degli elettori.
definizione di un quoziente e possibile recupero resti a livello nazionale.
preferenza unica
parità di genere, nelle candidature
obbligo di riequilibrio a scorrimento graduatoria preferenze nel caso che uno dei due generi sia inferiore al 40%
Se nessuna lista raggiunge la maggioranza assoluta, si assegnano soltanto l’80% dei seggi.
Si danno 2 settimane di tempo alle forse politiche rappresentate di formare una coalizione che raggiunga la maggioranza assoluta
Alla maggioranza formatasi, si assegnano il restante 20% di seggi, che costituiranno un premio di maggioranza e che saranno assegnati sempre proporzionalmente fra le liste che compongono la coalizione
Una volta composto il Parlamento e votata la fiducia al Governo si possono decidere alcune regole di funzionamento:
La prima è che il governo, avendola ottenuta, non può più chiedere la fiducia, che può essere chiesta soltanto dall’opposizione, previa presentazione al Capo dello Stato di una diversa coalizione e maggioranza parlamentare (sfiducia costruttiva).
La seconda è che la Decretazione d’Urgenza, deve essere autorizzata dal Capo dello Stato sentiti i Presidenti di Camera e Senato, o semplicemente da loro congiuntamente.
Terza che devono essere ridotte le prerogative dei gruppi parlamentari, per ridare ruolo e funzione ai Partiti, che operano fuori dal Parlamento in un rapporto più stretto con la società. Addirittura si potrebbe sperimentare un regolamento che prevede soltanto 2 gruppi parlamentari, di maggioranza e di opposizione, per fare in modo che l’attività parlamentare sia più funzionale al merito dell’attività legislativa, ne risulti semplificata e rispondente al lavoro di competenza delle apposite commissioni parlamentari
Ho già detto della rozzezza di queste proposte, ma il senso e la sostanza è quella di pretendere dal mio partito e dalla mia parte politica di uscire dal generico e dall’ambiguo e rendere chiara e trasparente la propria posizione.

Pietro Soldini

                        

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