6 marzo 2018

ELOGIO DELLA BUFALA




Ci sono bufale e bufale. Ci sono falsi d'autore che spesso sono di una bellezza pari o superiore a quella di un'opera originale. Se dovessimo cestinare tutte le bufale, dovremmo mandare al macero il Pentateuco, attribuito a Mosè, ma chiaramente non opera sua. O ancora, dovremmo buttar via più di un vangelo o lettera apostolica. Ma anche probabilmente l'Iliade e l'Odissea. Se poi ci spingiamo al Medioevo, dovremmo fare strage di un numero impressionante di opere, che oggi risultano chiaramente pseudoepigrafe. Dovremmo cassare almeno il "Saggio di una critica di ogni rivelazione", che venne spacciato per opera di Kant, quando invece era di Fichte. E questo per volontà dei due stessi grandi filosofi.
In realtà, in passato si era molto più consapevoli che la Verità, quand'anche non coincida con la certezza scientifica, filologica, non per questo smette di essere tale. Essa può rivelarsi anche in uno "pseudo".
Su internet circola una poesia dal titolo "In piedi, signori, davanti a una Donna", attribuita a Shakespeare. Si tratta di un ennesimo pseudoepigrafo, non è cioè opera del grande bardo inglese, e non è neppure lontanamente accostabile allo splendore del suo verso. Tuttavia, le parole del testo non per questo sono meno belle. Ve lo ripropongo, invitando i signori ad alzarsi comunque in piedi davanti a una Donna.

Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l'ignoranza in cui l'avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi, Signori, davanti ad una Donna!
****
E non bastasse questo, inchinatevi ogni volta che vi guarda l'anima,
perché Lei la sa vedere,
perché Lei sa farla cantare.
In piedi, Signori, ogni volta che vi accarezza una mano,
ogni volta che vi asciuga le lacrime come foste i suoi figli,
e quando vi aspetta, anche se Lei vorrebbe correre.
In piedi, sempre in piedi, miei Signori,
quando entra nella stanza e suona l'amore
e quando vi nasconde il dolore e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano per aiutarla
quando Lei crolla sotto il peso del mondo
Non ha bisogno della vostra compassione.
Ha bisogno che voi vi sediate in terra vicino a Lei
e che aspettiate che il cuore calmi il battito, che la paura scompaia,
che tutto il mondo riprenda a girare tranquillo.
E sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi su
in modo da avvicinarvi al cielo,
in quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove,
Signori,
non la strapperete mai.

Massimo Frana

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